“La realtà non è ciò che ci accade, ma ciò che facciamo con ciò che ci accade.”
– Aldous Huxley
Viviamo immersi in una realtà che spesso diamo per oggettiva e immutabile. Tuttavia, la nostra mente non si limita ad osservare la realtà, ma contribuisce a plasmarla attivamente. Pensieri, emozioni, convinzioni e linguaggio influenzano la percezione, il comportamento e, in ultima analisi, gli esiti delle nostre azioni personali e professionali.
La mente come filtro: ciò che pensiamo determina ciò che vediamo
La mente umana non registra la realtà in modo oggettivo, bensì attraverso filtri cognitivi, emotivi e linguistici. Questi filtri sono spesso rappresentati da schemi mentali o mappe cognitive, che guidano l’interpretazione degli eventi. Ogni essere umano costruisce una rappresentazione soggettiva del mondo basata su esperienze, credenze, valori e aspettative. Come affermava Paul Watzlawick, «la mappa non è il territorio», importante concetto ripreso e rielaborato anche dalla Programmazione Neuro Linguistica, disciplina che sottolinea come la rappresentazione interna degli eventi sia spesso più rilevante dell’evento in sé.
Frasi come “non sono portato per il cambiamento” o “non ho abbastanza carisma per comunicare”, sono convinzioni limitanti ed agiscono inconsapevolmente da freno, condizionando il comportamento e limitando il potenziale individuale. Al contrario, le convinzioni potenzianti generano uno stato mentale proattivo che stimola creatività, resilienza e orientamento al risultato.
Passare da uno stato all’altro è assolutamente necessario e possibile; servono solo tecniche di sviluppo mirate.
Le neuroscienze confermano: pensare è già agire
Studi neuroscientifici dimostrano che pensare a un’azione in modo chiaro e positivo, attiva le stesse aree cerebrali coinvolte nell’azione reale. Lo dimostrano i neuroni specchio: esiste una forte connessione tra ciò che osserviamo, immaginiamo e facciamo. In altre parole, il cervello può reagire in modo simile a un’esperienza reale e a una immaginata, purché quest’ultima sia abbastanza forte e coinvolgente.
Questa scoperta ha implicazioni significative per il coaching, la formazione e la comunicazione: modificare intenzionalmente il proprio dialogo interno e le immagini mentali può modificare gli esiti concreti a livello lavorativo, relazionale e decisionale.
La PNL e la ristrutturazione delle convinzioni
La Programmazione Neuro-Linguistica, sviluppata negli anni Settanta da Richard Bandler e John Grinder, propone un modello pratico per comprendere e riorganizzare i processi mentali. Alla base della PNL vi è l’idea che ogni individuo operi attraverso tre sistemi rappresentazionali principali — visivo, auditivo e cinestesico — e che sia possibile intervenire consapevolmente su questi sistemi per migliorare le strategie mentali e comportamentali.
In particolare, la PNL lavora sulle convinzioni limitanti attraverso tecniche di ristrutturazione cognitiva, ancoraggio e modellamento, consentendo alla persona di creare nuove rappresentazioni più efficaci e coerenti con i propri obiettivi. Queste tecniche sono impiegate efficacemente nella formazione manageriale, nella comunicazione strategica e nel potenziamento delle risorse personali.
Percezione e costruzione sociale della realtà
Il sociologo Erving Goffman ha spiegato che la realtà non è qualcosa di oggettivo, ma si costruisce attraverso le relazioni e le storie che le persone condividono. In altre parole, ciò che chiamiamo “realtà sociale” nasce dai ruoli che assumiamo, dal modo in cui comunichiamo e dalle interazioni che abbiamo.
Nel mondo del lavoro e nelle aziende, questo significa che anche la cultura interna, il modo in cui i gruppi si comportano e le relazioni tra clienti e fornitori dipendono molto da come le persone percepiscono e comunicano le cose. Per questo, saper cambiare il proprio modo di pensare e usare il linguaggio in modo consapevole è un’abilità fondamentale per chi vuole guidare, influenzare e portare cambiamento.
KPCommunication: percorsi che partono dalla mente
All’interno dei percorsi formativi di KPCommunication 5.0, che spaziano dalla comunicazione strategica al marketing, dalla leadership alla crescita personale, partiamo da una consapevolezza fondamentale: la realtà che viviamo è fortemente condizionata dal modo in cui la interpretiamo.
Per questo motivo, ogni nostro corso è progettato per agire sia sul livello delle competenze tecniche, sia su quello della struttura mentale, allenando il partecipante a riconoscere e trasformare i propri pensieri, schemi linguistici e convinzioni.
Attraverso metodologie attive, ispirate al modello “impara facendo”, i nostri percorsi aiutano imprenditori, team aziendali, professionisti del settore benessere e beauty a superare le barriere mentali, definire obiettivi autentici e costruire strategie sostenibili, con un impatto concreto sulla propria realtà professionale.
Per concludere
I pensieri non sono semplici eventi mentali: sono strumenti di costruzione della realtà. Cambiare il proprio modo di pensare e comunicare non è solo un atto individuale, ma un passo consapevole verso una realtà più coerente con i propri obiettivi, valori e desideri.
“Quando cambi il modo di guardare le cose, le cose che guardi cambiano.”
– Wayne Dyer
In KPCommunication lo sappiamo bene: ogni trasformazione profonda parte dalla mente.